“Come puoi odiarmi se non mi conosci?”: la storia dell’uomo di colore che convertì il leader del KKK

Daryl Davies è stato l’uomo che ha fatto cambiare idea al leader del KKK , convincendo a porre fine alla sua campagna d’odio.

La storia del Ku Klux Klan affonda le radici nella guerra di secessione americana. Il gruppo nasce con finalità terroristiche e propugna idee razziste finalizzate a stabilire la “supremazia” della razza bianca. La confraternita, infatti, viene creata da un gruppo di militari facenti parte degli stati confederati del sud, quelli sconfitti nella guerra. Nel sud degli Stati Uniti, infatti, gli africani venivano trattati come schiavi e utilizzati come forza lavoro nei campi di cotone e non solo. Con la fine della guerra venne importa la fine della schiavitù, ma questo drastico cambiamento non è stato accolto con favore da quegli stati la cui economia era fondata proprio sulla forza lavoro degli africani.

Conclusa la prima fase del movimento alla fine dell’800, il KKK si ripresentò in veste di piccole organizzazioni razziste sparpagliate su tutto il suolo americano agli inizi del ‘900, per poi giungere ad una terza fase, quella del secondo dopoguerra, con la formazione che conosciamo oggi. Tra gli anni ’50 e ’60, il KKK non era altro che una serie di congreghe formate da pochi adepti sparpagliate per tutto il territorio. A muovere i suoi partecipanti non c’era più la minima motivazione sociale ed economica, ma semplicemente un’idea distorta della razza.

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Daryl Davies, l’uomo che convertì il leader del KKK

In quel periodo storico la figura principale del KKK venne avvicinata da Daryl Davies, musicista jazz americano che deciso di interessarsi al fenomeno razzista che si stava nuovamente propagando negli Usa per cercare di comprenderne le ragioni e, se possibile, farlo cessare. Entrato in contatto con alcuni membri del Ku Klux Klan di Chicago, Daryl decise di frequentarli per un periodo per fare capire ai Klansman (i capi carismatici della congrega) che non c’era alcun motivo per odiare gli uomini di colore.

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Celebre è rimasta la sua frase “Come fai ad odiarmi se non mi conosci?”. Una domanda lecita, grazie alla quale riuscì ad ottenere l’attenzione del Klansman di Chicago, il quale gli permise di partecipare a riunioni e eventi del KKK. Proprio grazie a questo rapporto ravvicinato, il leader del KKK di Chicago comprese gli errori commessi e decise di appendere il cappuccio al chiodo.