Artista poliedrico, attore, musicista e percussionista orgogliosamente legato alle sue radici “Made in Naples”. Recentemente protagonista insieme a David Afzal e Pietro Condorelli del progetto “Merolla Trio”, ci racconta l’esperienza del connubio tra arte e musica nel percorso “Plug & Play” e di come la musica, anche in un periodo di separazione e di sofferenza possa essere fonte di estrema ispirazione.
D: Ciccio, innanzitutto come stai e musicalmente che periodo stai vivendo?
R: In questo periodo sto soffrendo moltissimo, proprio perché vedo vedo e sento la sofferenza della gente e questa cosa mi fa stare veramente male, però bisogna reagire con l’arte. La musica, come tutte le espressioni artistiche, può trasformare le cose. Dove c’è una sofferenza, c’è anche una fonte di ispirazione e questa è stata la fonte d’ispirazione per questo nuovo progetto musicale.
D: Come è nata l’idea del “Merolla Trio”?
R: Proprio da questa esigenza è nato il Merolla Trio ovvero un progetto che mi ha fatto unire con Pietro Condorelli e Davide Afzal. “Future music” non è altro che un ritorno un po’ al passato, ovvero jazz con un grande influenze etniche. Già questo mi accomuna molto con Pietro Condorelli, che tutti sappiamo essere un purista a del jazz e che, grazie a questo periodo, ha condiviso con me l’esigenza di mettere insieme le energie e di unire i due nomi a cui si è aggiunto anche con Davide Afzal con cui condividiamo i miei lavori da da tanti anni.
D: E avete omaggiato personaggi come Sakamoto, Luigi Di Franco e l’indimenticabile Rino Zurzolo, cosa hanno rappresentato per te, singolarmente questi grandi musicisti?
R: Rino Zurzolo e Gianluigi di Franco sono sempre stati i miei grandi amori. Con Rino abbiamo fatto tanti tour e tanti concerti. C’era proprio un amore, più che una stima musicale: un amore che avevo nei suoi confronti e fortunatamente che lui ricambiava e quindi è stato spontaneo omaggiarlo nel mio nuovo live. Per quanto riguarda il grande Sakamoto, interpretare un suo pezzo significa proprio toccare il cielo con le mani e allora in qualche modo, anche azzardando, abbiamo voluto dare una nostra interpretazione di uno dei più bei brani di Sakamoto, Forbidden colours.
D: Sei stato protagonista dell’interessante iniziativa culturale e artistica “Plug e Play”, un percorso ricco di conessioni tra musica e arte. Che esperienza è stata, mescolare i tuoi ritmi all’arte visiva?
R: Plug & Play è un progetto a cui sono molto legato, perché nasce in un momento in cui il comparto artistico è stato davvero tagliato fuori dai progetti a breve e lungo termine del programma che il governo ha pensato durante questo terribile periodo di pandemia. L’arte pero’, come ben sai, non si è mai fermata, anzi ha dato preziosi contributi alle persone, ma nonostante ciò sembra essere invisibile agli occhi di chi dovrebbe tutelarla. E allora se tutto sembra fermo, questo progetto ha portato live negli uffici per far sì di ascoltare e vedere ancora bellezza, anche se da lontano. Plug & Play è un progetto tutto made in Naples, gli uffici sono stati messi a disposizione dalla Jesce Sole, etichetta indipendente che da sempre si adopera per diffondere cultura e il progetto è portato avanti da giovani e giovanissimi capitanati dall’entusiasmo di Leonardo Merolla a cui non manca spirito di iniziativa, curiosità e talento. Il mio live è stato abbinato ad una mostra visiva dei quadri della sociologa e naturopata Rosalba Baldi, piccole gemme, piene di colori e dal tratto naif. Tra quei dipinti si è compresa la vera essenza dell’arte, portare un messaggio di gioia. La musica, ed in particolare quello che faccio io con la mia musica aspira a questo e suonare tra quei colori mi ha aiutato a farlo al meglio. Aggiungo che il progetto si sostiene con il contributo delle persone e quindi se volete dare un occhiata al social di Plug & Play fate una ricerca e sostenete questo modo di fare arte. Ce n’è davvero un gran bisogno per ripartire tutti insieme
Sergio Cimmino