La sindrome dei bimbi rifugiati: il mistero dei bambini “addormentati” per giorni in Svezia

Diversi anni fa 60 bimbi rifugiati caddero in uno stato di simil coma dopo aver scoperto che sarebbero stati rimpatriati.

rifugiatiNel 2016 il caso dei bambini affetti da una sindrome simile al coma lasciò di stucco sia psicologi che medici. Non era la prima volta che dei bimbi rifugiatisi in Svezia e successivamente costretti al rimpatrio nel loro Paese di provenienza cadessero in quello stato di quasi totale incoscienza, ma nel 2016 avvenne a 60 bambini contemporaneamente.

La Svezia ha delle regole molto rigide di concessione dell’asilo politico e le famiglie che lo richiedono vengono sottoposte ad un interrogatorio teso a scoprire se la richiesta viene effettuata per necessità oggettiva o meno. Durante gli interrogatori i figli solitamente assistono alle domande e, eventualmente, al rifiuto della concessione dell’asilo. Si pensa che proprio lo stress del viaggio, dell’incertezza della permanenza, a cui si aggiunge quello del ritorno in un luogo in cui la loro vita non è al sicuro li porti a perdere la voglia di vivere.

Come spiegato in un articolo del ‘The Indipendent‘ del 2017, tutti i soggetti che sviluppano questa sindrome hanno dei sintomi identici e ben individuabili. Ad essere colpiti sono soggetti molto giovani che vanno dai 7 ai 19 anni. Inizialmente smettono di giocare con gli altri bambini, quindi smettono di giocare del tutto e con il passare del tempo interrompono qualsiasi interazione verbale e non verbale con l’esterno. Alla fine rimangono immobili e cadono in uno stato di torpore simile al coma.

La sindrome dei bimbi rifugiati: quali sono le possibili cause

Gli studi sul fenomeno hanno permesso di evidenziare come questa sindrome colpisca solo i più giovani e solo i rifugiati. Inoltre pare che non vi siano altri casi simili oltre quello della Svezia in tempi moderni. Alcuni hanno avanzato l’ipotesi che i bimbi fingano lo stato di torpore, ma gli esperti hanno spiegato che per dei soggetti così giovani è impossibile mantenere uno stato di totale assenza di risposta allo stimolo per settimane o addirittura mesi.

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Il fenomeno viene trattato dal documentario Netflix ‘Life Overtake Me‘, nel quale viene spiegato come i primi casi si sono verificati negli anni novanta ed il picco è stato raggiunto tra il 2003-2004, biennio in cui sono stati registrati ben 424 casi.  Il dottor O’Sallivan ha spiegato al Times che: “Se arrivano allo stato più profondo, loro non possono più mangiare o aprire gli occhi. Diventano completamente immobili”. Questo è il motivo per cui alcuni di essi vengono nutriti con dei tubi in ospedale.

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L’esperto spiega che la malattia si manifesta in forma palese solo dopo un lungo periodo traumatico. Proprio il trauma subito, infatti, giocherebbe un ruolo cruciale in questa misteriosa sindrome sulla quale non esiste ancora una spiegazione medica esaustiva. Alcuni studi puntano sulla reazione ad un prolungato periodo di stress, ipotesi che sarebbe confermata dall’innalzamento improvviso della temperatura corporea. Un altro studio punta sull’assenza nelle vittime dell’ormone Cortisolo.