L’immunologo Mauro Minelli ha sottolineato la necessità di prepararsi con il dovuto anticipo all’impatto che la variante Delta del Covid avrà anche in Italia
Quanto sta accadendo nel Regno Unito, dove da giorni il numero dei casi Covid è ripreso a crescere ampiamente, potrebbe ben presto avvenire anche in Italia e bisognerà essere
pronti per contrastare l’onda preparandosi con il dovuto anticipo. Tutto a causa della variante Delta del Coronavirus, che è già ampiamente diffusa in Inghilterra ma che ha già
fatto la sua comparsa nel Belpaese, seppur nell’ottica di poche decine o centinaia di contagi. A causa della sua forte trasmissibilità, il rischio di nuove ondate è però più che
concreto e, come sottolineato all’Adnkronos Salute dall’immunologo Mauro Minelli, responsabile per il Sud della Fondazione italiana di Medicina personalizzata, dobbiamo farci
trovare pronti. “La variante – ha confermato – preoccupa ma possiamo prepararci e superare anche l’impatto che avrà. Occorre però correre con il completamento del ciclo
vaccinale e immunizzare anche gli adolescenti”.
Le caratteristiche della variante Delta: “Parziale resistenza ai vaccini”
Minelli ha spiegato che la variante B.1.617.2D, un “ceppo del nuovo coronavirus che, nell’autunno del 2020, è stato identificato per la prima volta in India” si caratterizza per una “parziale resistenza ai vaccini, soprattutto nei soggetti vaccinati con una sola dose, per quanto possibile anche in coloro che abbiano ricevuto entrambe le dosi“. Inizialmente non è stata possibile una piena caratterizzazione della variante dal momento che nello stato indiano venivano rilevati oltre 400mila contagi al giorno rendendo “difficile un’analisi puntuale del fenomeno”, ma questo è stato possibile dopo la sua diffusione nel Regno Unito, con “una verifica più completa del virus mutato. Si è così potuto sapere che questa variante è più trasmissibile del 60% rispetto alla variante Alfa-inglese che, a sua volta, era del 60% più trasmissibile del ceppo originario di Wuhan”. Un elemento che offre al Coronavirus un “importante vantaggio” sia in termini di diffusione che di aggressività. Per quanto riguarda la protezione offerta dai vaccini, stando agli ultimi dati inglesi i “soggetti vaccinati con doppia dose di Pfizer proteggono da Delta all’88% (contro il 93% per la variante Alfa), rispetto 60% di protezione attribuito al vaccino AstraZeneca che protegge al 66% contro Alfa”.
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Dunque se da un lato va bene allentare le restrizioni, l’immunologo suggerisce di “portare con sé una mascherina in modo da poterla indossare ogni qualvolta si creino condizioni per un assembramento, anche all’aperto. Così come, ha concluso, “sarà sempre il caso di prevedere l’uso del dispositivo di protezione per i soggetti fragili e immunodepressi e per coloro che li accompagnano”.