Una donna è stata condannata a 45 anni di carcere per il rapimento di un membro della famiglia, il cui tentativo di salvataggio si è concluso con la sua morte
Condanna durissima quella decisa da una giuria nei confronti della 50enne Delia Gualdina Velsquez, considerata responsabile della morte di suo cugino a seguito di un rapimento. La vittima è il 47enne Ulises Valladares: secondo i pubblici ministeri la donna è stata, nel 2018, profondamente coinvolta nel rapimento del membro della sua famiglia. Il 2 agosto la donna è stata dichiarata colpevole: secondo l’ufficio distrettuale della contea di Montgomery Brett Ligon, la Velasquez ha mostrato al marito dove viveva Valladares, e ha fornito informazioni su come rapirlo convincendo il marito a chiedere un riscatto. Nel gennaio 2018 la vittima è stata legata, imbavagliata e portata via dalla sua abitazione di Conroe: anche il figlio è stato legato e imbavagliato ma è stato lasciato a casa. Poche ore dopo il rapimento il fratello di Valladares ha ricevuto una telefonata da qualcuno che sosteneva di essere un membro del cartello del Golfo e chiedeva 20mila dollari di riscatto.
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Durante le indagini, la polizia di Conroe e l’FBI sono stati in grado di identificare uno degli intrusi che hanno preso Valladares, ovvero Velasquez. Le forze dell’ordine hanno poi scoperto dove era detenuta la vittima. Valladares è morto durante un tentativo di salvataggio senza successo, quando un agente dell’FBI gli ha sparato, pensando che fosse un rapitore armato. I tre sospetti di rapimento sono stati tutti presi in custodia. Mentre era in custodia, Velasquez ha confessato a un altro detenuto di essere arrabbiata con un membro della famiglia per un accordo per un camion. Ha anche ammesso di aver chiesto a suo marito di spaventare il membro della famiglia. Durante il processo, le prove hanno mostrato che Velasquez era coinvolta nella pianificazione e nell’esecuzione del rapimento. Dopo aver ascoltato le prove, una giuria l’ha condannata a 45 anni di carcere.
Il rapimento si è concluso con la morte del cugino
“Questa imputata ha agito egoisticamente contro la sua stessa famiglia. Il risultato di quelle azioni egoistiche è che ora un ragazzo di 12 anni ha perso suo padre per sempre”, ha detto l’assistente procuratore distrettuale Donna Hansen in relazione al caso. “Questo egoismo è oltremodo offensivo: è imperdonabile, inaccettabile e intollerabile, e la lunga pena detentiva pronunciata dalla giuria è stata assolutamente appropriata. Speriamo che la sentenza porti un po’ di pace ai membri della famiglia in lutto”.