Bimba di 11 mesi con Covid e sintomi gravi trasferita a 240 km: “Non c’è spazio negli ospedali”

nessun letto disponibile

Situazione preoccupante a Houston dove aumentano i casi di variante Delta anche nei bambini: una piccola di 11 mesi è stata portata in un ospedale a 240 km proprio per la carenza dei posti letto

Una bambina di 11 mesi contagiata dal Covid è stata trasportata ad oltre 240 km di distanza a causa della mancanza di posti letto disponibili. L’incredibile vicenda arriva dagli Stati Uniti ed è l’ulteriore conferma del fatto che la variante Delta sta colpendo molti più bambini rispetto al ceppo originale del Coronavirus. La piccola è stata trasportata in aereo dalla zona di Houston a Tempe perchè nessun ospedale pediatrico della città l’avrebbe potuta accettare. “Aveva bisogno di essere intubata immediatamente perché stava avendo convulsioni”, ha detto Patricia Darnauer, l’amministratore dell’ospedale LBJ. “Abbiamo esaminato tutti e cinque i principali gruppi ospedalieri pediatrici e nessuno aveva letti disponibili”.

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Nel video e nelle foto fornite da Harris Health Systems, si vede la bambina che viene trasportata su un’eliambulanza per ricevere cure in un ospedale a 150 miglia di distanza. La situazione è triste ma non sorprendente per la dottoressa Christina Propst, pediatra a Houston. Da quando è iniziata la pandemia, Propst ha incoraggiato chiunque, grandi e piccini, a utilizzare mascherine e rispettare il distanziamento sociale.

I motivi dell’incremento di letti occupati dai bambini

“I pronto soccorso dei principali ospedali pediatrici qui a Houston, il più grande centro medico del mondo, sono estremamente affollati”, ha affermato. “Si stanno riempiendo, o sono già pieni, così come le unità di terapia intensiva“. Le ragioni di questa situazione sono molteplici: anzitutto è chiaro che la variante delta del COVID-19 colpisce più bambini ed è più contagiosa. Nell’area stanno inoltre aumentando i casi di virus respiratorio sinciziale nei bambini, il tutto sommato alle vacanze estive, periodo nel quale aumentano i casi di ossa rotte e altre ferite di bimbi che giocano all’aperto o nei campi da calcio. “Se i bambini non metteranno le mascherine nelle scuole, sarà un grosso problema”, ha affermato Propst la quale ha sottolineato che se idonei dovrebbero fare il vaccino il prima possibile.