19enne membro di una gang spara e uccide un coetaneo rivale con un fucile: condannato all’ergastolo

membri di gang rivali

Dovrà scontare l’intera vita in prigione e il suo nome è stato reso pubblico in queste ore l’autore dell’agguato mortale ai danni di un 19enne. Il killer ha la sua stessa età

Le autorità hanno finalmente identificato un adolescente, membro di una gang, che ha giustiziato un rivale utilizzando un fucile. Si tratta di Carren Monga, 19enne che sta già scontando l’ergastolo per l’omicidio di Abdul Xasan, avvenuto mentre questi stava tornando a casa da una moschea. La vittima è morta dissanguata in strada dopo aver subito orribili ferite interne provocate dai colpi di arma da fuoco esplose dal finestrino di un’auto e che lo hanno raggiunto in pieno. Monga ha lanciato l’attacco letale il 13 marzo dello scorso anno in pieno giorno in una strada di Coventry.

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Ha sparato con la pistola dal retro di una VW Golf guidata dal quindicenne Riaz Ahmed. Monga è stato dichiarato colpevole di cospirazione per omicidio ed è stato condannato a vita per un minimo di 27 anni presso la Birmingham Crown Court a gennaio del 2021. Con lui c’era un complice, anch’egli condannato all’ergastolo. Entrambi si sono dichiarati non colpevoli nonostante le enormi quantità di prove contro di loro e sono stati condannati dopo un processo di quattro settimane. Ma a causa di una serie di reati in sospeso contro Monga, è stata emessa un’ingiunzione del tribunale che non ha reso possibile la sua identificazione pubblica. Ora che è stato condannato in un caso separato di cospirazione per furto con scasso, un giudice ha revocato tale restrizione. Monga e Ahmed, ritenuti membri della banda C2 di Coventry avrebbero dunque cospirato per uccidere Abdul che invece faceva parte di una banda rivale nota come RB7.

La ricostruzione dei fatti

Alcuni filmati mostrano chiaramente la loro auto accostare vicino ad Xasan così da consentire all’uomo armato di avere una visuale chiara della vittima da colpire. Dopo l’omicidio l’auto è stata data alle fiamme così da cancellare ogni prova ma poche ore dopo la polizia ha fatto irruzione nelle loro abitazioni. Il veicolo è stato trovato carbonizzato ma la polizia ha individuato le cartucce del fucile che esperti balistici hanno abbinato a prove recuperate sulla scena del delitto. Il sovrintendente investigativo Scott Griffiths della West Midlands Police ha accolto con favore la decisione della corte di revocare l’ordine di anonimato. Ha detto: “È importante che rendiamo giustizia alla famiglia, agli amici del signor Xasan.