Rivoluzione nucleare, la Germania spegne tre delle ultime sei centrali: si passa a gas ed eolico

ne restano tre attive

In Germania sono state spente tre delle sei centrali nucleari ancora in funzione. Avrà ora inizio il processo di smantellamento che richiederà decenni

Mentre in Italia la Lega spinge, nonostante l’esito del referendum, per il ritorno del nucleare quale forma di energia primaria per sostenere il Paese, la Germania sta seguendo un percorso decisamente diverso. E, nelle ultime ore, ha ufficialmente chiuso ben tre centrali nucleari, ovvero quelle di Brokdorf (Schleswig-Holstein), Grohnde (Bassa Sassonia) e Gundremmingen (Baviera), nell’ambito del processo di uscita graduale dall’energia nucleare deciso dalla cancelliera Angela Merkel. Tutto accadde a partire dal 2011, anno del disastroso incidente di Fukushima in Giappone, dove un violentissimo terremoto ed un successivo tsunami provocarono danni enormi alla struttura ed il pericolo di radiazioni, innescando un processo di bonifica che richiederà decenni prima di poter tornare alla normalità.

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Nel paese rimarranno in funzione solo due centrali nucleari

Per la Germania si è trattata di una decisione difficile: basti pensare che la sola centrale di Grondhe, in funzione da 36 anni, produceva quasi 410 miliardi di kilowatt/ora, più di qualsiasi altra al mondo. Quelle chiuse dal governo sono tre delle ultime sei centrali ancora in funzione nello stato: restano infatti quelle in Baviera, Baden-Wuerttemberg e Bassa Sassonia. Il passo successivo consisterà nel loro smantellamento, che richiederà moltissimo tempo; basti pensare che per cancellare ogni traccia della centrale di Brokdforf bisognerà proseguire con le operazioni fino al 2040. La Germania non abbandonerà al 100% il nucleare: manterrà infatti in funzione due soli impianti per produrre combustibile nucleare che sarà però unicamente destinato all’esportazione.