16enne perde a “carta, forbice, sasso” con gli amici, si tuffa nel lago di acqua gelida e muore

richiesto miglioramento della sicurezza

Perdere ad un’assurda scommessa è costato la vita ad un ragazzino di soli 16 anni: è saltato in un bacino di acqua ghiacciata annegando

Una scommessa finita tragicamente. Si può sintetizzare così quanto accaduto a Sam Haycock, un ragazzino di soli 16 anni dello Yorkshire che stava festeggiando e giocando con gli amici poco prima di perdere la vita. L’episodio è avvenuto a Ulley Reservoir, vicino a Rotherham, nello Yorkshire, qui il gruppo di adolescenti ha dato il via ad una partita a ‘carta, forbice, sasso’ scommettendo che il perdente avrebbe dovuto tuffarsi in un lago ghiacciato. L’incidente risale al 25 maggio del 2021 ma l’inchiesta è proseguita fino alle ultime settimane per chiarire nel dettaglio cosa possa essergli accaduto: è emerso che al 16enne era di recente stato diagnosticato l’autismo, oltre ad una serie di altri problemi medici complessi e che non sapeva nuotare. Gli altri ragazzi lo avrebbero sentito gridare “Sto annegando, sto annegando”, come riportato da Yorkshire Live, dopo essersi lanciato “a palla di cannone” da un ponte nel bacino gelido.

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Il coroner senior Nichola Mundy ha raccolto prove sufficienti a chiarire cosa fosse successo negli istanti immediatamente antecedenti la tragedia, ovvero che gli amici avessero cercato di stabilire chi avrebbe dovuto fare il salto in acqua per primo. Non riuscendo a decidersi, due di loro sono stati convinti a sfidarsi a carta forbici e sasso per decidere chi lo avrebbe fatto e Sam ha perso. Quindi è entrato in acqua ma gli amici hanno capito subito che era in preda al panico: uno di loro è dunque coraggiosamente entrato in acqua per cercare di salvarlo.

Il padre della vittima ha chiesto un miglioramento degli standard di sicurezza

A poca distanza c’era un adulto, Craig Pennington, che ha raccontato ciò che ha visto e sentito: “I ragazzini stavano ridendo e scherzando ma sembrava che si stessero incitando a vicenda per saltare in acqua. Uno di loro ha poi iniziato a chiedere aiuto. Sono andato a vedere cosa stessa accadendo senza rendermi conto della gravità della situazione fino a quando non sono giunto vicino al ponte. È successo tutto così in fretta. Abbiamo raggiunto il secondo ragazzino e siamo riusciti a farlo uscire. I servizi di emergenza, intervenuti nel frattempo, hanno spiegato che ormai era troppo tardi per Sam e che il suo corpo è stato recuperato in seguito”. Da quel giorno il padre della vittima, Simon, ha lavorato affinchè gli standard di sicurezza intorno al bacino venissero migliorati.