E’ ancora vivido nella memoria collettiva l’ultima video rilasciato dal governo nordcoreano con protagonista il bad boy leader Kim Jong-Un. Giubbotto di pelle nero, occhiali da sole tenebrosi e sguardo intenso fanno da contraltare ai funzionari militari vestiti con una scialba divisa color cachi.
Ma oltre agli effetti speciali, alla colona sonora epica ed il perfetto conto alla rovescia, il video mostra soprattutto il lancio del nuovo missile intercontinentale caduto in mare, nella zona economica esclusiva del Giappone. Il missile balistico intercontinentale è una cosa seria. Si tratta di un missile per il trasporto a lungo raggio di ordigni nucleari capace di raggiungere altezze significative. Il razzo Hwasong-17, infatti, sarebbe in grado di arrivare fino a Washington.
Eppure, è difficile, prendere sul serio la “minaccia”, perfino il programma di punta di La7 di venerdì sera “Propaganda Live” ha beffato la propaganda di Pyonyang. E forse proprio in virtù della poca credibilità internazionale, è stata la sorella di Kim a farsi portavoce di una minaccia nucleare.
Il gioco del nucleare
Pure il nucleare sembra aver perso la sua forza deterrente, capace invece durante la guerra fredda di mantenere abbastanza quieti gli equilibri internazionali. Insomma, si parla di attacchi con armi nucleari come se fosse una cosa di poco conto. Il Giappone, in questo senso, pare non aver più nulla da insegnare.
E’ la facilità con cui si parla del nucleare a fare più paura delle armi stesse: non si ha più misura e cognizione di quello che si dice, così una minaccia vale l’altra. E dopo la minaccia del presidente russo Vladimir Putin, arriva quindi quella della sorella di Jong-un, Kim Yo-jong, figura sempre più centrale negli asset di potere nordcoreani.
La Corea del Nord, quindi, userà le sue armi nucleari per “eliminare” l’esercito sudcoreano nel caso di un attacco preventivo da parte di Seul. La minaccia arriva in risposta ai i commenti della scorsa settimana del capo della Difesa del Sud, Suh Wook, sulle capacità militari delle sue forze armate. Suh, infatti, aveva dichiarato che l’esercito sudcoreano aveva missili con “la capacità di colpire con precisione e rapidamente qualsiasi obiettivo in Corea del Nord, in caso di segnali evidenti di lancio di missili”, riporta l’Ansa.
Ma è meglio non scherzare con Pyonyang. Kim Yo Jong ha ribadito in queste ore all’agenzia Kcna che è stato un “errore molto grave” per il “pazzo” Suh aver discusso di un attacco preventivo contro una potenza nucleare. “Nel caso in cui la Corea del Sud optasse per un confronto militare con noi, la nostra forza di combattimento nucleare dovrà inevitabilmente svolgere il proprio dovere“, ha affermato Kim Yo-jong, aggiungendo che la missione principale del potenziale atomico del suo Paese fosse agire come deterrente, ma in caso di un conflitto armato, queste saranno usate per “eliminare le forze armate nemiche in attacco”.
Test di serie
Ma il test nucleare del 25 marzo è l’ultimo di una lunga serie. La Corea del Nord, infatti, ha ripreso i test sulle armi che violano le sanzioni internazionali e le risoluzioni dell’Onu, con il primo missile balistico intercontinentale nel 2017. Ma prima ancora, aveva condotto altri tre esperimenti nucleari sotterranei nel 2006, 2009 e 2013.
Nel 2016, poi, i media nordcoreani annunciarono che il regime aveva testato con successo una bomba all’idrogeno. Tuttavia in molti hanno dubitato della veridicità dell’annuncio, sostenendo, invece che l’ordigno fosse più una bomba a fissione nucleare oppure un’arma a fissione potenziata.
All’inizio dell’anno, infine, ha effettuato il settimo test nucleare, lanciando il suo missile più potente dal 2017. L’ultima volta che la Corea del Nord ha testato così tante armi in un mese solare è stato nel 2019, dopo il fallimento dei negoziati tra Kim Jong Un e Donald Trump.