Porno su YouTube – il lato oscuro del tubo: ecco come i content creator eludono le regole

Anche YouTube ha il proprio “lato oscuro della forza”, capita anche ai migliori (Darth Vader docet). E per quanto sia un’anomalia per il colosso dei video, si tratta in realtà di un fenomeno largamente diffuso. La regola è una: qualsiasi cosa può diventare porno, anche le faccende di casa. Non c’è trucco non c’è inganno, provare per credere.

youtuber

Non stiamo parlando, infatti, di porno convenzionale, con improbabili idraulici e liceali dal dubbio gusto sui tutor didattici, ma di un porno più subdolo, voyeuristico e più difficile da individuare per gli algoritmi di YouTube, che in quel caso elimina immediatamente il video senza possibilità di ritorno. Stiamo parlando del soft porn, ovvero delle nuove frontiere del web per eludere i rigidi controlli della piattaforma. E pare star funzionando molto bene, creando tantissimi problemi a YouTube.

I nuovi trend porno: cosa c’è sotto?

Due categorie hanno invaso negli ultimi anni, complice anche la pandemia che ha aumentato di molto l’esposizione e l’utilizzo di internet e dei social più di quanto già non si facesse, YouTube. Stiamo parlando dell’ASMR e dello speed cleaning.

ASMR

L’ ASMR nasce con l’intento di produrre suoni e sensazioni rilassanti fino ad addormentarsi, eppure ultimamente ha preso una piega decisamente più hot. Le ragazze, quasi sempre giovani, curate e poco vestite, fanno dei suoni una garanzia di fidelizzazione. Attraverso, infatti, video di microfoni stimolati con le dita, di sussurri all’orecchio di qualcun altro e di lingue passate sui lecca-lecca, si riproducono, infatti, versione edulcorate di scene a sfondo sessuale.

Nella maggior parte dei casi, questo tipo di pratica può risultare persino più erotica di un classico video porno. Molto, infatti, è lasciato all’immaginazione, l’arma più seducente di tutte, e al contatto quasi intimo che l’utente crea col content creator. Ma non è finita qui.

Per chi non è avvezzo ai video su YouTube, lo speed cleaning si può paragonare al sexy car wash, già in voga alla fine degli anni Sessanta. In questi filmati si possono vedere donne e uomini molto poco vestiti che si filmano mentre fanno le pulizie di casa, dopo avere posizionato le telecamere in punti strategici, per poter riprendere proprio le zone più “strategiche”. Insomma, nulla di davvero nuovo e sconcertante in questo caso.

Questione di guadagni

Non stiamo parlando, infatti, di clip caricate su Twitch, una delle piattaforme streaming preferite dagli adolescenti – e quindi in qualche modo giù più consapevoli dei contenuti che scelgono di vedere – ma di una piattaforma usata trasversalmente da tutti, anche dai bambini. Quante volte è capitato di vedere al ristorante una coppia di genitori esausti che, pur di poter mangiare, lascia il proprio telefono ai figli pur di distrarli?

E la scelta di puntare YouTube non è per nulla casuale. Il bacino d’utenza registrato dalla piattaforma conta infatti 2,6 miliardi di utenti attivi al mese, una fonte di guadagni inesauribile per chi usa il soft porn come “amo”. Sotto i video si trovano, infatti, link di rimando alle pagine OnlyFans delle content creator, dove in quel caso si costringe l’utente a pagare per continuare a vedere contenuti molto più spinti. Insomma, ci troviamo di fronte ad una strategia di marketing creativa, sì, ma non tanto innovativa. Eppure, tanto è bastato per creare un danno enorme a YouTube.