Vietato fumare: la rivoluzionaria scelta di una famosissima meta turisistica – ecco quale

I bagnanti di Barcellona e i turisti potranno finalmente dire addio ai fastidiosi mozziconi di sigaretta che rovinano le chilometriche spiagge catalane. A partire dal luglio di quest’anno, infatti, entrerà in vigore il divieto di fumare in spiaggia, anche per ridurre così le quantità di fumo passivo in circolo. “Le spiagge in cui è vietato fumare offriranno aree di vita comuni più sane, con meno rifiuti e rispetteranno la difesa dell’ambiente”, si legge nella nota pubblicata dal Comune.

Sigarette in spiaggia

Come riportato dall’agenzia di stampa britannica Reuters, la decisione è arrivata dopo il successo del progetto pilota dello scorso anno che ha bandito il fumo in quattro – Sant Miquel, Somorrostro, Nova Icària e Nova Marbella – delle dieci spiagge più gremite e famose della città, diventando così la Spagna il primo paese in Europa a vietare il fumo in spiaggia. L’obiettivo, doppio, prevedeva la riduzione dei rifiuti e salvaguardia della salute dei cittadini, in un’ottica total green.

E i trasgressori del divieto non saranno di certo lasciati impuniti: dovranno pagare, infatti, una multa di 30 euro nel caso in cui venissero colti in flagrante. Non solo fumare, ma anche buttare la cicca a terra costituirà un’infrazione. Tuttavia, come si legge su ‘La Repubblica’, l’assessore alla transizione ecologica, Eloi Badia, ha affermato che la scorsa estate nessuno è stato sanzionato: “Tutti hanno capito perfettamente e abbiamo dovuto solo avvertire alcuni fumatori distratti di spostarsi sul lungomare per fumare”.

Non solo Barcellona

Ma non solo Barcellona si è resa protagonista di alcune scelte abbastanza rivoluzionarie. Già diverse regioni spagnole avevano imposto divieti simili nel 2020 per contenere la diffusione del COVID-19, mentre altre come le Isole Baleari, tra cui Maiorca, avevano già adottato una misura simile, prima della pandemia, proprio per tutelare maggiormente l’ambiente. Le Isole Canarie, Andalusia, Galizia e Valencia pure hanno seguito l’esempio con il divieto parziale o totale di fumare sulle loro spiagge.

Smoking area Giappone
Una “Smoking area” in Giappone

Spostandoci più a est, invece, in Germania esistono delle apposite aree fumatori anche all’aperto, così come in Giappone dove, all’interno dei parchi ad esempio, si trovano delle vere e proprie “Smoking area”, pena il pagamento 2.000 Yen per chi venisse sorpreso a fumare a Tokyo.

In Olanda la situazione si presenta più complessa e bizzarra. Si può fumare all’interno dei bar e delle caffetterie, a patto che non sia tabacco. Da 14 anni la legge olandese afferma che il consumo di droghe leggere come hashish e marijuana possa essere effettuato senza problemi, purché all’interno di locali in cui è consentito farlo.

La situazione in Italia

Per quanto riguarda l’Italia, più che di un vero e proprio divieto, si può parlare più appropriatamente di un provvedimento volto a contenere l’inquinamento dei litorali. Per ora quindi è possibile fumare in spiaggia, in mancanza di un divieto imposto dall’amministrazione comunale proprio come accade sulle coste sarde.

Tuttavia, aumentare gli spazi smoke free” resta una delle prerogative del parlamento. Lo scorso dicembre è stata ripresentata infatti al Senato una proposta di legge, targata cinque stelle e firmata da 60 senatori, che prevede l’estensione del divieto a spazi come aree esterne di ristoranti e bar; spiagge libere e stabilimenti balneari; parchi e aree gioco; monumenti pubblici di valore storico e artistico; stadi, arene, impianti sportivi e altri luoghi in cui si svolgono manifestazioni o spettacoli; banchine di attesa dei treni e fermate degli autobus.