“È nell’aria e la respiriamo”: nuovo incubo per la salute umana – l’annuncio degli esperti

La contaminazione dalle microplastiche potrebbe essere maggiore del previsto. Non solo vengono ingerite e assorbite dai tessuti umani, ma a quanto pare verrebbero anche respirate.

L’ultimo studio riguardante l’involontaria assunzione di microplastiche apre nuovi scenari in merito ai potenziali effetti per la salute umana. Dopo aver accertato che i minuscoli e quasi invisibili frammenti di plastica possono contaminare il nostro organismo attraverso l’ingestione o l’assorbimento attraverso vari tessuti, portandole così in circolo nel sangue, vi è ora una terrificante e preoccupante novità.

Gli scienziati non hanno dubbi
Trovate microplastiche nei polmoni di esseri umani viventi (Fonte Pixabay)

Tracce di microplastiche sono state trovate per la prima volta in campioni di tessuto polmonare, a riprova del fatto che, proprio in virtù delle loro dimensioni e del peso ridotti, riuscirebbero anche a rimanere in sospensione nell’aria e questo porterebbe le persone ad inalarle facendole finire nei tratti più profondi dell’apparato respiratorio. Uno scenario davvero preoccupante, dunque, quello dipinto dallo studio realizzato da un team di esperti dell’università inglese di Hull, i cui risultati sono stati pubblicati sulla rivista Science of the total environment.

Trovate microplastiche nei polmoni di esseri umani viventi

L’esito dello studio è estremamente allarmante: l’inalazione rappresenterebbe una via di esposizione regolare all’inquinamento da microplastiche per l’uomo. Dunque gli esseri umani potrebbero accumulare nei loro tessuti polmonari, dopo averle respirate, particelle dalle dimensioni anche superiori rispetto a quanto in precedenza si era solo ipotizzato.

Ciò che occorre chiarire e per farlo serviranno ulteriori studi, è cosa queste micro particelle plastiche provochino una volta che si sono depositate nei polmoni e quali siano, di fatto, i loro effetti sulla salute umana. Lo studio viene considerato una sorta di punto di partenza, in tal senso, per poter arrivare a far luce sull’annosa questione.

I risultati dello studio
39 particelle di plastica individuate in 11 campioni su 13 (Fonte Pixabay)

39 particelle di plastica individuate in 11 campioni su 13

Lo studio dunque fa riferimento alle microplastiche aerodisperse che già in precedenza erano state rilevate, in sospensione, in diversi luoghi al mondo, dai centri urbanizzati agli ambienti chiusi delle abitazioni, fino a spazi all’aperto distanti dalle grandi città.

Concretizzando di fatto quanto da tempo si temeva ovvero che l’esposizione dell’uomo a queste sostanze è inevitabile e costante; questo aveva portato all’ipotesi che venissero inalate depositandosi nei polmoni, da qui l’idea di avviare un’accurata analisi dei tessuti polmonari, per poi cercare anche di analizzare sia la quantità che la composizione delle fibre delle particelle di plastica rilevate.

Studio che, lo dimostrano i risultati, è il più approfondito e completo in questo ambito: nella fattispecie sono stati utilizzati 13 campioni di tessuto polmonare di esseri umani viventi, per poi avviare un’analisi con tecniche spettroscopiche. Ben 39 particelle di plastica, tutte con diametro superiore a 3 micron, sono state individuate in ben 11 dei 13 campioni presi in esame.

La composizione delle microplastiche trovate

Ne è stata dunque analizzata la composizione: il team ha rilevato la presenza di polietilene, del polipropilene e di alcune resine, materiali presenti nella composizione di sacchetti di plastica ma anche di vernici o imballaggi, negli pneumatici, in alcuni vestiti e nelle strade. La concentrazione maggiore di tali particelle inoltre è stata riscontrata nella parte più profonda del tratto respiratorio, ovvero dove si trovano gli alveoli polmonari.