Il paese vasto, diverso, ambiguo e dalle posizioni contrastanti per eccellenza è arrivato ad una decisione storica per le persone non binarie, ovvero quelle che non si riconoscono nella contrapposizione binaria maschio/femmina. Il terzo genere assume contorni sempre più ufficiali e legali, come accade già in Canada, Germania, Argentina, India, Nepal e Pakistan.
Dall’11 aprile sarà possibile per le persone statunitensi non binarie indicare sul proprio passaporto la “X”, in riferimento alla loro identità. E dall’anno prossimo la terza opzione sarà utilizzabile anche per altri documenti.
Ottenere un documento legale che rispecchi la propria volontà non è assolutamente cosa da poco negli Stati Uniti. Secondo il Williams Institute – un gruppo di difesa dell’intersessualità – circa 1.4 milioni di persone in America sono non binarie e/o intersessuali.
L’amministrazione Biden si è impegnata per fa sì che le persone che non si identificano nella struttura binaria potessero ottenere documenti adeguati alla propria identità. Ma non solo. Una vasta categoria di persone ghettizzate ed invisibile aspetta da tanto tempo sostengo governativo, stiamo parlando dei transgender.
Come riportato dall’Ansa, Biden annuncerà anche un pacchetto di iniziative riservate a sostenere la salute mentale dei bambini transgender, rimuovere le barriere all’ingresso per i servizi governativi per i transamericani e migliorare la rappresentazione dei dati per le persone transgender.
Nella valle della generazione “x”
“Il dipartimento di Stato ha raggiunto un’altra pietra miliare nel nostro lavoro per servire meglio tutti i cittadini statunitensi, indipendentemente dalla loro identità di genere”, ha dichiarato il segretario di stato Antony Blinken, come riportato sempre dall’Ansa. “A giugno avevo annunciato che i richiedenti il passaporto Usa potevano selezionare autonomamente il proprio sesso e non erano più tenuti a presentare alcuna documentazione medica, anche se questo differiva dagli altri documenti di cittadinanza o identità”.
Tuttavia, questa scelta rivoluzionaria, nonché importantissima, non riesce a risanare le crepe di un sistema federale che poi decide autonomamente come comportarsi rispetto al “problema”. Non è un mistero, infatti, che alcuni degli Stati, soprattutto nel Sud del Paese, siano fortemente conservatori e contrari, quindi, a qualsiasi tipo iniziativa a favore della generazione “X”.
In un articolo di Sky News si può leggere che tantissime persone non binarie non possono ottenere un documento ufficiale che rifletta la loro vera identità a causa delle leggi statali: quattordici stati richiedono la prova di un intervento chirurgico ai genitali per poter aggiornare il genere sul certificato di nascita.
Il caso Alabama
E solo qualche giorno fa, il governatore repubblicano dell’Alabama ha firmato un disegno di legge che criminalizza l’assistenza sanitaria di genere per i giovani transgender. Il disegno di legge criminalizza, con una pena detentiva di 10 anni, qualsiasi tipo di assistenza medica.
Dai trattamenti ormonali, bloccanti della pubertà, agli interventi chirurgici per aiutare ad allineare le caratteristiche fisiche all’identità di genere di un minore. Tutte queste pratiche costituiscono un reato.
Lo stesso Stato, tre anni fa, ha anche inasprito severamente la pena per tutte le donne che cercano di abortire, mettendo di fatto fuori legge l’interruzione di gravidanza anche di fronte a uno stupro o a un incesto. Ma non solo. Si costringono anche i medici a diventare obiettori di coscienza. La legge, infatti, stabilisce che i medici che praticano l’interruzione di gravidanza rischiano fino a 99 anni di carcere.