“Supporto nella lotta per la libertà”: quando l’Occidente creò i talebani – vi ricorda qualcosa?

Le immagini di questa estate di una Kabul devastata dal ritiro disordinato dell’esercito statunitense hanno riacceso un fuoco mai del tutto spentosi. Sotto la brace non c’erano solo vent’anni di mala gestione americana, ma molto di più.

Talebani

E dietro le proteste di due settimane fa delle giovani donne afghane contro la scelta del regime talebano di non riaprire le scuole femminili secondarie, si nasconde – nemmeno tante bene – l’incapacità della comunità internazionale di garantire e promuovere un governo sano, democratico e libero per tutti i civili nel Paese.

Stiamo assistendo, infatti, ad una soppressione sistematica dei diritti delle donne proprio come durante il primo regime dei talebani (1996 – 2001), in cui alle donne non solo non era concesso studiare dopo i 12 anni, ma anche lavorare fuori casa, guidare biciclette, moto e auto, utilizzare cosmetici e gioielli, entrare in contatto con qualsiasi uomo che non fosse il marito o un parente, o uscire senza un parente maschio che le accompagnasse.

Insomma, le afghane sono tornate indietro nel tempo, vittime di una condizione anacronistica talmente potente però da far sentire il suo riverbero ancora oggi. I talebani, infatti, non sono un’invenzione dell’ultimo momento, né un destino ineluttabile, piuttosto sono la conseguenza di una “creazione” totalmente fuori controllo.

Genesi di un totalitarismo

Per capire cosa sia successo e perché sia importante non dimenticarlo, è importante fare un passo indietro. Nel febbraio del 1989 le truppe sovietiche hanno lasciato l’Afghanistan ponendo fine a più di nove anni di coinvolgimento diretto e di occupazione. L’URSS era entrata in Afghanistan nel 1979, supportando così il regime filo-sovietico appena costituitosi a Kabul. Nel brutale conflitto, l’Atlantic riporta che siano stati uccisi un milione di civili, oltre a 90.000 combattenti mujaheddin, 18.000 soldati afgani e 14.500 soldati sovietici.

Manifesto afghano

In breve tempo, quasi 100.000 soldati sovietici presero il controllo delle principali città e autostrade. La ribellione fu rapida e ampia e i sovietici affrontarono duramente i ribelli mujaheddin e coloro che li sostenevano, rastrellando interi villaggi per negare al nemico un rifugio sicuro. I nemici in questione erano proprio i talebani, il gruppo “ribelle” che voleva fare di Kabul un Emirato politico-religioso, culturale, sociale, giuridico ed economico sotto il segno dell’Islam.

Prima del regime talebano, però, l’Afghanistan era tutto un altro mondo, una sorta di multiverso che ha reso possibile credere che qualcosa potesse cambiare. Milena Gabanelli sul ‘Corriere della Sera’, descrive così la Kabul di più di cinquant’anni fa: “Negli Anni 70, i figli dei fiori europei attraversavano i Balcani sulle strade della Jugoslavia comunista, ma negli Anni 90 e 2000 quelle strade sono state a lungo vietate dalla Guerra Civile. L’Afghanistan degli Anni Settanta è oggi irriconoscibile”.

L’involuzione cinquant’anni dopo

Ma come sono arrivati i talebani al potere? I mujaheddin che si battevano contro l’intervento sovietico, chiesto dal governo afghano stesso, per debellare i gruppi terroristici islamici, erano finanziati proprio dagli Stati Uniti. Sia loro che Al Qaeda erano sostenuti militarmente ed economicamente da Washington, scelta in linea con le logiche degli anni della Guerra Fredda.

Un po’ come è accaduto in Sud America con i colpi di Stato in Cile ed Argentina, volti a rovesciare i governi socialisti per instaurare, invece, regimi dittatoriali direttamente collegati e dipendenti dagli USA. Un esperimento questo fallito solo a Cuba unica roccaforte del poter comunista in Occidente.

Non è un mistero però. La stessa Francesca Mannocchi, ospite di “Propaganda Live” su La7, ha ricordato qualche settimana che se esistono i talebani è solo perché finanziati dagli Stati Uniti. Tuttavia, questa scelta politica non solo si è ritorta contro l’America stessa, ma anche contro tutte quelle donne, uomini e bambini che non sanno cosa sia la pace.