Dopo la cancellazione a Vicenza del “Lago dei cigni” a seguito di una comunicazione della National Opera of Ukraine e del ministero della Cultura ucraino che ha intimato agli artisti di non proseguire con le prove perché Cajkovskij è russo ed il tentativo mal riuscito di sospendere alla Bocconi il seminario del professore Paolo Nori dedicato al grandissimo scrittore russo Fedor Dostoevskij, entrambi scopertisi sostenitori retroattivi di Putin, continua il boicottaggio società russa.
Ogni prodotto, oggetto, pensiero, scrittore e creazione russa è diventata motivo di protesta e di presa di posizione, in una più ampia ottica “russofobica“, tanto cara al governo di Putin per giustificare le sue scelte, ma che comunque mantiene una sua valenza di fondo.
Questa logorante pratica della damnatio memoriae colpisce ogni aspetto della cultura russa, nemmeno i cartoni animati – fatti e pensati per i bambini che niente hanno a che fare con la guerra – si salvano. Ma cerchiamo di capire meglio perché.
Tempi brutti per Masha e Orso
Il popolarissimo cartone russo “Masha e orso” ha vissuto momenti decisamente migliori di questo. Il presentatore della tv ucraina, Anatoliy Anatolich, infatti, ha rivolto un appello sui social ai suoi connazionali per evitare che i bambini ucraini guardino su internet i cartoni animati made in Russia.

“Non fate guardare ai vostri figli i cartoni animati russi. Sono sempre stati molto popolari in Ucraina”, scrive Anatolich sulla sua pagina Facebook. Guardare, infatti, su Youtube “Masha e orso” o Simka dei “Fixies”, sarebbe un mezzo del Cremlino per monetizzare attraverso le visualizzazioni. In questo modo, quindi, la Russia potrebbe continuare a finanziare e convenzionare la guerra in Ucraina.
“I miei figli sanno anche chi sono i Fixies e Masha e Orso. E ora sanno che la monetizzazione e i profitti di questi personaggi vanno in Russia”, ha scritto ancora nel post il conduttore tv. “E dobbiamo ricordare che, mentre osserviamo Orso e Masha, i russi si stanno muovendo verso il confine ucraino con la loro artiglieria pesante“.
Per far recepire meglio il messaggio, Anatolich ha anche pubblicato un’immagine modificata in cui si vede un mezzo militare russo con all’interno i popolari personaggi di Masha, Orso e Simka dei Fixies.
Militanza, rabbia e cancellazione
Parlare della guerra in Ucraina non è affatto semplice. Ogni tipo di considerazione potrebbe risultare estremamente semplicistica e priva di contenuto, soprattutto dopo gli atroci eventi di Bucha. Stupri etnici, rastrellamenti sistematici e fucilazioni sommarie rendono difficile esprimere un pensiero che non possa risultare vuoto e superficiale. Tuttavia, è doveroso provarci.
Niente e nessuno potrà mai restituire al popolo ucraino la pace persa in questi 48 giorni di guerra. Se vogliamo, la rabbia che provano, la militanza che avvertono giustifica qualsiasi loro scelta. Anche le più banali. Non sappiamo noi, al sicuro delle nostre case, cosa avremmo fatto al posto loro e come avremmo agito.
Eppure, cancellare o boicottare non è la soluzione mai. Serve coscienza e pensiero critico sempre, proprio per evitare gli errori del passato. La bellezza, diceva Dostoevskij, salverà il mondo. Cercare di capire quindi ciò che orrore non è e preservarlo sempre in questo mondo dovrebbe costituire un dovere morale collettivo.