L’hanno soprannominata Porta dell’Inferno a causa delle fiamme che da decenni bruciano in un cratere ininterrottamente. Ora alcuni scienziati hanno suggerito un modo per fermarle
Dal 1971 (anno presunto) c’è un incendio che non si è mai fermato nemmeno per un attimo. Accade nel deserto del Karakum in Turkmenistan, dove all’interno di un cratere divampano poderose fiamme che da decenni continuano a bruciare senza sosta. Tutto in seguito ad un incidente occorso nel corso di un’operazione sovietica, almeno secondo l’ipotesi più credibile anche se la verità su quanto sia accaduto veramente resta ad oggi un mistero.

Sta di fatto che questo luogo, soprannominato negli anni ‘Porta dell’Inferno’ è unico nel suo genere: vasti serbatoi sotterranei di gas metano infiammabile alimentano gli incendi che, in questo modo, non si possono fermare mai.
Tanto da spingere le autorità turkmene a dichiarare che questo cratere potrebbe rappresentare una preoccupazione per la sicurezza e l’ambiente, opinione che non trova d’accordo parte degli esperti in materia: secondo Guillermo Rein, scienziato dell’Imperial College di Londra infatti il cratere non farebbe “male a nessuno”. Mentre Mark Tingay, dell’Università di Adelaide, ha dichiarato a Orient che il cratere darà solo un contributo “abbastanza contenuto” alla produzione di carbonio del Turkmenistan.
Pericolo ambientale o nessun rischio? Parlano gli esperti
C’è però il progetto di mettere fine all’incendio che divampa all’interno del cratere dal diametro di 70 metri. La conferma è arrivata dal capo dell’istituto per il gas naturale dello stato, Bayrammyrat Pirniyazov, nel corso di un forum per gli investimenti internazionali organizzato nella capitale Ashgabat.
Ha infatti dichiarato che le autorità starebbero pianificando di chiudere il cratere, e per questo sarebbero in corso una serie di valutazioni relative alle offerte di altri Paesi per dare una mano a ‘chiudere’ la porta dell’inferno arrestando la maxi fuga di gas e che questo progetto avrebbe già trovato l’interesse degli scienziati bielorussi e sloveni.

Le proposte per estinguere le fiamme nel cratere
Dichiarazioni che fanno seguito alla decisione dell’allora presidente del Turkmenistan, Gurbanguly Berdymukhamedov, che ha ordinato agli esperti di trovare il modo per estinguere l’incendio una volta per tutte. Sottolineando, nel corso di un intervento televisivo che il cratere “ha un impatto negativo sia sull’ambiente che sulla salute delle persone che vivono nelle vicinanze,” e aggiungendo, “stiamo perdendo preziose risorse naturali per le quali potremmo ottenere profitti significativi e utilizzarle per migliorare il benessere delle persone“.
Gli scienziati hanno dunque iniziato a lavorare in tal senso per cercare di trovare una strada praticabile per poter fermare il ‘rogo’. Tra le proposte prese in esame quella di creare un pozzo inclinato nel serbatoio di gas che alimenta il cratere, procedendo poi con un’estrazione forzata di gas da questo pozzo al fine di controllare le infiltrazioni e ridurre le emissioni di gas incontrollate nell’atmosfera.
Negli ultimi anni la porta dell’inferno è divenuta una sorta di attrazione per turisti ed in migliaia si recano nel deserto per osservarla il più da vicino possibile.