Corano in fiamme e violenti scontri: Svezia in subbuglio da giorni – cosa sta succedendo?

Scontri in piazza, disordini con la polizia e Corano in fiamme. Nelle principali città svedesi sono giorni di subbuglio. Alla guida delle sommosse l’estremista di destra Rasmus Paludan. 

Sembra un copione già scritto: prendi un piazza, la riempi di persone, fai una pira e bruci i libri. Non siamo nella Berlino degli anni Trenta del secolo scorso, ma a Stoccolma, Malmoe e Norrkopping nel 2022. Non è un mistero, infatti, che esistano in tutta Europa gruppi militanti di estrema, pericolosamente vicini alle idee fasciste, ma che non riescono mai a concretizzare un consenso elettorale superiore al 2%, la soglia necessaria per accedere alla maggior parte dei parlamenti europei.

Scontri Svezia

Ogni Stato ha a che fare con un gruppo piccolo, ma belligerante, formato da milizie nazifasciste che non sono però al potere, narrazione questa che fa comodo al presidente russo Vladimir Putin per continuare la sua invasione in Ucraina. Questa però è un’altra storia.

Eppure, sa assolutamente di novità che gli scontri in piazza, i disordini con la polizia e la minaccia di dare il Corano alle fiamme avvenga in Svezia, un paese notoriamente tranquillo, come il resto della penisola scandinava. Alla guida delle sommosse nelle maggiori città del Paese in questi giorni c’è l’estremista di destra Rasmus Paludan, politico danese a capo del movimento politico “Stram kurs” che vuol dire “Linea dura”.

Ed effettivamente le sue manifestazioni in strada seguono una linea dura, poco incline alla tolleranza. Copie del Corano bruciate, violenza urbana ed incendi di auto sono solo alcuni degli aspetti più cruenti dei suoi comizi.

Sotto il segno dell’islamofobia

Paludan era atteso giovedì scorso in Svezia per iniziare un tour in alcune città del Paese dove le comunità di immigrati – soprattutto quelle musulmane – sono particolarmente presenti. L’agenda politica del leader di estrema destra, infatti, è molto semplice. Come riportato dal ‘Corriere della sera’, la messa al bando dell’Islam e l’espulsione di tutti i richiedenti asilo non occidentali dalla Danimarca sono i punti fermi della sua propaganda che di solito culmina proprio con il rogo di una copia del Corano.

Stiamo parlando, però, non solo di un libro, ma anche del testo sacro dell’Islam. Avere così poca considerazione del Corano, significa mancare apertamente di rispetto a milioni di immigrati musulmani nel mondo. Proprio per questo le comunità islamiche presenti a Stoccolma, Malmoe e Norrkopping avevano chiesto alla polizia di vietare i comizi di Paludan. Cosa che però non è avvenuta perché in Svezia è molto sentita la libertà d’espressione.

Così sono nati gli scontri in piazza, frutto della rabbia dei cittadini musulmani che non hanno per nulla gradito la permissività del governo svedese di fronte a quelli che sembrano più discorsi volti all’incitamento all’odio che non ad un vero e proprio programma politico ben strutturato da parte di Paludan

A Norrkopping diversi agenti sono rimasti feriti, dopo che gli attivisti musulmani hanno cercato di forzare alcuni blocchi, ma non solo. Sempre nella cittadina svedese, i manifestanti hanno lanciato contro le forze dell’ordine delle pietre, gli agenti hanno risposto con gas lacrimogeni e spray al peperoncino. Tre dei contestatori sono rimasti anche lievemente ferite dai proiettili della polizia.