Un uomo ha rivelato di aver pedalato per oltre 13mila chilometri attraverso 11 paesi e 21 città. Affrontando moltissimi rischi e pericoli
Si è messo in sella alla sua moto e ha iniziato a guidare, fermandosi solo dopo 13mila chilometri. Un’impresa alla ‘Forrest Gump’ quella messa a segno da un uomo che ha
attraversato 11 paesi e 31 città, coprendo la distanza di 8080 miglia e affrontando numerosi pericoli, arrivando anche a mettere a rischio la sua stessa vita.

L’autore di questa straordinaria impresa è il temerario Kunle Adeyanju, un uomo nigeriano che non è nuovo ad avventure estreme avendo già scalato il Kilimangiaro due volte e pedalato per tre giorni consecutivi tra Lagos e Accra. Ma questa volta ha davvero voluto superare i suoi limiti con un’impresa che sta creando non poco scalpore, completando con successo un viaggio in moto da Londra a Lagos.
41 giorni e 11 paesi, i motivi dell’incredibile avventura
Ci ha impiegato 41 giorni: Adeyanju ha intrapreso il viaggio per raccogliere fondi per la poliomielite, in collaborazione con il Rotary Club di Ikoyi Metro, Nigeria, di cui è
presidente eletto. Ha detto di averlo deciso per via di un amico d’infanzia che soffriva della malattia debilitante.
“La poliomelite è una cosa personale per me, da ragazzo il mio migliore amico l’aveva e quando andavamo a nuotare o giocavamo a calcio lui non poteva fare nessuna di queste cose. Purtroppo è morto alcuni anni fa, senza la poliomelite oggi sarebbe ancora vivo”. L’Oms ha dichiarato la Nigeria libera dal virus della poliomelite selvaggia nel 2020 ma ci sono ancora casi. Da qui la decisione di intraprendere l’impresa.
Il momento più pericoloso del viaggio
Il motociclista ha attraversato alcuni dei territori più difficili del mondo rischiando anche la sua stessa vita, come raccontato alla CNN. “Il passo Tizi n’Tichka, il percorso
per arrivare in cima alla montagna dell’Atlante, è considerata la strada più pericolosa dell’Africa. È carica di adrenalina e se ti distrai per un secondo puoi precipitare nel
burrone; ci si impiega un’ora e trenta ed è stato il momento più difficile della mia vita”. Ma la ricompensa della vista dalla cima della montagna è impagabile.

Due tempeste di sabbia e ha quasi finito l’acqua
Poi si è diretto verso il deserto del Sahara: “C’è stato un momento in cui la temperatura dell’asfalto ha superato i 53 gradi, stavo spingendo la mia moto a 150 km/h e ho
rischiato seriamente di fare un incidente”. Percorrendo 1000 km al giorno ci ha impiegato una settimana per attraversare “un ambiente ostile, non pensato per la vita. Il Sahara
è lì per ucciderti, non perdona, fai un errore e ci morirai”.
Adeyanju si è trovato in mezzo a due tempeste di sabbia e ha quasi finito l’acqua. “Ho dovuto stendere la moto e sdraiarmi a faccia in giù per mezz’ora fin quando le tempeste non sono passate”, ha rivelato. “Mi sono lasciato trasportare e stavo bevendo perché ero stanco e quando mi sono reso conto che avevo solo un litro rimasto nel mio zaino e avevo ancora circa 450 chilometri da percorrere”. Solo la fortuna di incrociare una Land Rover con ragazzi impegnati in un safari gli ha permesso di sopravvivere: da loro ha ricevuto 3 litri d’acqua. “Senza di loro non so se oggi sarei qui“. Ha anche rivelato di aver sentito delle ‘voci’ nel deserto, per via di un fenomeno in cui le condizioni atmosferiche nel terreno arido possono trasportare il suono su lunghe distanze.