Export gas e petrolio, Putin gongola: ecco quanto ha guadagnato la Russia in 100 giorni di guerra

Se da un lato le sanzioni stanno pesantemente colpendo la Russia ed i suoi oligarchi, dall’altro gli introiti legati all’export di combustibili fossili hanno toccato cifre stellari

Non tutto va economicamente a rotoli per la Russia. A rivelarlo è un rapporto pubblicato dal Centro indipendente per la ricerca sull’energia e l’aria pulita (CREA) con sede in Finlandia, che mostra come, se da una parte Mosca debba fare i conti con un’ondata di sanzioni (e chiusure di aziende) senza precedenti, che vanno ad interessare anche gli immensi patrimoni dei ricchi oligarchi, dall’altro abbia ricevuto una vera e propria ‘montagna’ di denaro grazie all’esportazione di combustibili fossili.

Un media di un miliardo al giorno
Le sanzioni non bastano? Il rapporto CREA sull’export di combustibili fossili (Fonte Twitter)

Il rapporto prende in esame il periodo di 100 giorni della guerra in Ucraina e, come riportato da Al Jazeera che ha rivelato i dettagli della ricerca, l’Unione Europea resta il principale importatore di gas dalla Russia.

Le sanzioni non bastano? Il rapporto CREA sull’export di combustibili fossili

Mentre la guerra in Ucraina non accenna ad arrestarsi e le forze russe guadagnano, seppur lentamente, terreno giorno dopo giorno, è arrivato il risultato dello studio secondo il quale il Paese guidato da Putin avrebbe guadagnato dall’export di gas ben 98 miliardi di dollari in 100 giorni. Una cifra enorme che consente di fatto allo Zar di non mettere la parola fine al conflitto bellico, alimentandolo con nuove iniezioni di denaro per cercare di conquistare la regione del Donbass, nella parte orientale del Paese.

E, al momento, le armi ed il denaro inviati da Unione Europe e Stati Uniti in Ucraina allo scopo di fermare l’avanzata russa non sembrano essere sufficienti, come sottolineato da Zelensky che anche nelle ultime ore ha chiesto di nuovo aiuto all’Europa e al presidente Biden. Insomma le sanzioni economiche per punire Mosca e l’invito di Kiev rivolto ai paesi occidentali affinchè interrompano qualsiasi scambio con la Russia potrebbero non bastare.

Il rapporto: ecco quanti soldi sono arrivati nelle casse di Mosca

Dallo studio è emerso che prima della guerra veniva esportato il 40% del gas dell’Ue dalla Russia, ed il 27% del petrolio. Nelle Ultime settimane l’Unione Europea ha deciso di interrompere in toto le forniture di petrolio da Mosca avviando un piano per ridurre di due terzi, entro la fine del 2022, le forniture di gas. Ma stando al rapporto nel corso dei primi 100 giorni di guerra l’UE avrebbe ricevuto dalla Russia il 61% del combustibile fossile importato, per un ammontare di circa 60 miliardi di dollari.

Anche la Cina ha importato combustibili fossili per 13,2 miliardi di dollari, seguita dalla Germania con 12,7 miliardi e dall’Italia con 8,2 miliardi. Gli altri maggiori importatori sono stati Paesi Bassi, Turchia, Polonia, Francia ed India con, rispettivamente, spese per 8,4 miliardi, 7 miliardi, 4,6 miliardi, 4,5 miliardi e 3,6 miliardi di dollari.

Passando all’analisi specifica dei ricavi la maggior parte riguarda la vendita di petrolio greggio, con 48,2 miliardi di dollari, a seguire vi sono i 25,1 miliardi per il gas via gasdotti e i 13,6 miliardi per i prodotti petroliferi. Concludono la ‘classifica‘ il gas naturale liquefatto e il carbone con 5,3 e 4,8 miliardi. A maggio le esportazioni russe con crollate ma l’incremento globale dei prezzi dei combustibili fossili ha ‘attutito il colpo’ e così il Cremlino ha continuato a ricevere ingenti quantità di denaro (i prezzi medi all’esportazione della Russia sono arrivati, secondo CREA, al 60% in più rispetto al 2021).

98 miliardi in 100 giorni
Il rapporto: ecco quanti soldi sono arrivati nelle casse di Mosca (Fonte https://twitter.com/KremlinRussia_E)

Ecco quali sono i Paesi che hanno incrementato gli acquisti dalla Russia

Occorre inoltre sottolineare che Cina, India, Emirati Arabi Uniti e Francia hanno, evidenzia il rapporto, incrementato i loro acquisti dalla Russia in questi mesi. CREA afferma che “l’India è diventata un importante importatore di greggio russo, acquistando il 18% delle esportazioni del Paese”, “una quota significativa del greggio viene riesportata come prodotti petroliferi raffinati”. “Mentre l’UE sta valutando sanzioni più severe contro la Russia, la Francia ha aumentato le sue importazioni fino a diventare il più grande acquirente di GNL al mondo“, ha inoltre sottolineato l’analista di CREA Lauri Myllyvirta.