Scompare la leggenda del teatro contemporaneo, addio al maestro: chi era Peter Brook

Il mondo del teatro contemporaneo perde una leggenda, un maestro con una carriera talmente lunga e ricca che è quasi difficile raccontarla tutta. Addio a Peter Brook

Questa volta il sipario è calato definitivamente, gettando nello sconforto i tantissimi appassionati che lo hanno seguito per anni, o addirittura decenni, recependo attraverso
le sue opere la sua grandissima passione per il teatro contemporaneo. Del resto Peter Brook era considerato una delle leggende di questo mondo artistico, ed in tanti ricordano
che solo un anno fa un’opera da lui firmata era andata in scena in Italia ovvero la Tempesta di Shakespeare a Solomeo, in Umbria.

Aveva 97 anni
È morto Peter Brook, se ne va uno dei più grandi del teatro contemporaneo

È morto Peter Brook, se ne va uno dei più grandi del teatro contemporaneo

Lui non si considerava un maestro e lo sottolineava spesso. “La corda tesa è l’immagine che meglio rappresenta la mia idea di teatro – dichiarava -. Non voglio insegnare nulla,
non sono un maestro, non ho teorie”. Per Peter Brooks, deceduto all’età di 97 anni, ciò che era davvero importante era ciò che faceva scattare la fantasia nello spettatore,
“l’impressione”. direttore di diversi teatri tra i quali la Royal Shakespeare Company e la Royal Opera House, il genio britannico e maestro del teatro contemporaneo ha firmato a soli 18 anni la sua prima regia e, nel corso della sua lunga vita, è stato anche attore teatrale oltre ad aver diretto vari film.

Insomma Brook non si è fatto mancare proprio nulla: nato il 21 marzo 1925 è ben presto diventato una delle figure di punta della scena teatrale internazionale e di quel mondo, dello spirito del teatro, diceva: “Questa materia immateriale impossibile da giustificare e da mostrare, è l’unica giustificazione per l’evento teatrale”.

Dal trasferimento in Francia ai viaggi in Africa

Indimenticabili, tra le sue opere di punta, il “Marat-Sade” di Weiss rappresentato a metà anni Sessanta e “Mahabarata”, incredibile spettacolo realizzato per Avignone nel 1985, che in seguito divenne anche un film e, di recente, graphic novel. Si fece notare da giovanissimo dopo aver firmato, appena maggiorenne, la sua prima regia, e divenne poi interprete delle opere di Shakespeare e poi direttore del London’s Royal Opera House, e, nel 1962, della Royal Shakespeare Company.

Ai classici decise di affiancare una serie di opere spiccatamente sperimentali ispirate “teatro della crudeltà” di Artaud come “Marat-Sade” di Peter Weiss e “Us”. Il trasferimento in Francia avvenne nel 1970 e a Parigi fondò il Centre international de creation theatrale. Importanti sono stati i suoi lunghi viaggi in Africa dove realizzò spettacoli improvvisati anche in sperduti villaggi. Ne seguì il rientro a Parigi per aprire Les Bouffes du Nord. Con una parentesi in India Brook iniziò a pensare a lavorare al “Mahabarata”, uno spettacolo allestito in una cava di pietra e della lunghezza di nove ore.

Il teatro di Brook era esperienza profonda collettiva di vita

Brook ha portato i suoi spettacoli in giro per il mondo proponendo spettacoli ironici e giocosi ma anche momenti malinconici e tristi. Ciò che lo caratterizzava era il tentativo di far sparire dalla scena qualsiasi artificio, creando un tutt’uno tra il palco e lo spettatori al fine di annullare il concetto di finzione. Il teatro di Peter Brook era esperienza profonda ed intima. “Quando un gruppo di persone è riunito per un evento molto intenso, che deve esprimere tutto ciò che in poesia un grande autore può dare – diceva – lo spirito diventa tangibile come è tangibile che quest’impressione non si può avere in solitudine e il suo senso per tutti è che la vita può essere vissuta”.

era un'icona del teatro contemporaneo
Il teatro di Brook era esperienza profonda collettiva di vita

La reazione di Giovanna Mezzogiorno alla morte di Peter Brook

“Non ci sono parole per descrivere il dolore, lo sgomento e il senso di abbandono , di perdita immensa , non solo per noi che siamo stati i suoi attori ma per l’intera
umanità. È stato il mio maestro, il mio secondo padre , gli devo tutto”. Parole di Giovanna Mezzogiorno dopo aver appreso della morte di Peter Brook. “Spero che il suo viaggio sia felice. La sua vita è stata esemplare e quello che ha regalato a milioni di persone rimarrà punto di riferimento, esempio di rigore e genialità senza pari.”