Omicidio Marco Vannini, Martina Ciontoli: ecco come il carcere l’ha ridotta

L’omicidio di Marco Vannini è uno dei casi di cronaca nera più conosciuto e discusso in Italia. Per la sua morte sono finiti in galera tutti i membri della famiglia Ciontoli, compresa quella che era la sua fidanzata.

Martina Ciontoli, in galera per l’omicidio del fidanzato Marco Vannini, è al carcere di Rebibbia: ma come l’ha ridotta la vita in prigione?

marco Nannini
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Marco Vannini, un omicidio perpetrato da un’intera famiglia: i Ciontoli. Chi ha ammazzato materialmente il ragazzo, chi ha coperto l’omicidio e chi ha raccontato per anni bugie per coprire il resto della famiglia. Tra questi personaggi c’è anche lei: Martina Ciontoli, l’allora fidanzata della vittima. La ragazza, dopo la sentenza in Cassazione e la condanna per omicidio, si trova a scontare la pena al carcere di Rebibbia.

La ragazza ha trascorso parte del tempo della detenzione con la mamma. Le foto che la ritraggono dopo qualche mese in carcere mostrano un’immagine di lei completamente inedita: l’immagine di una donna sfatta, dimagrita tantissimo e che continua a chiedere cosa stia accadendo e perché non può uscire e andare via dal carcere.

Omicidio Marco Vannini: cosa sta facendo Martina Ciontoli in carcere

Ormai è passato più di un anno da quando Martina Ciontoli è detenuta presso il carcere di Rebibbia, a Roma. La ragazza si trova lì per omicidio, nel dettaglio per quello del fidanzato, Marco Vannini. 

Martina ciondoli
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Un caso che ha scosso l’Italia intera e che ancora oggi richiede sete di giustizia, per Marco Vannini. Per la sua morte la fidanzata Martina Ciontoli, così come la mamma Maria Pezzillo e il fratello Federico Ciontoli, dovrà scontare in carcere 9 anni e 4 mesi. Non avrebbero soccorso da subito il ragazzo causandone la morte. Il papà invece, che si trova in carcere a Regina Coeli con il figlio, è stato condannato per omicidio a 14 anni.

La ragazza però, da quando si trova in carcere si è mostrata risentita di quello che è accaduto e fisicamente appare distrutta. Molto dimagrita, con il volto scavato e lo sguardo perso nel vuoto. Come riportano le agenzie di stampa non fa che chiedere, in maniera probabilmente ossessiva: “Quando usciamo? “Vogliamo andare via di qui, è un’ingiustizia, non volevamo la morte di Marco”.

Parole che forse nascondono un pentimento, ma che sicuramente celano un disorientamento e una condizione di vita che non si sarebbe mai aspettata. Proprio però le sue azioni hanno determinato la morte del fidanzato. Una vittima che si sarebbe potuta salvare se la famiglia Ciontoli avesse chiamato subito i soccorsi.