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Ayman Serti, è mistero sulla sua morte del 16enne: la chiave del giallo è nell’ultimo messaggio?

Saranno le analisi del telefono cellulare a poter fornire maggiori risposte sulla misteriosa morte del 16enne di Merì. E intanto emergono le prime ipotesi avanzate dagli amici di Ayman

Aleggia ancora il mistero sulla morte di Ayman Serti, il 16enne deceduto in circostanze tragiche e ancora inspiegabili a Merì, in provincia di Messina.

Il corpo del giovane di origini marocchine è stato ritrovato semi carbonizzato in Piazza Italia ’90 nel piccolo centro siciliano, ed è per questo che, sebbene l’ipotesi di suicidio sia ancora in piedi, sembra reggere poco.

Chi conosceva Ayman, infatti, rifiuta in modo categorico questa opzione, non solo perché togliersi la vita in un modo così doloroso sembra poco probabile, ma anche per il carattere del 16enne e per la sua vita che tutto sembrava tranne che quella di un ragazzo in procinto di togliersi la vita.

“E’ stato ucciso. – ha esordio il fratello, specificando come Ayman fosse anche particolarmente pauroso –aveva paura anche del buio e la notte dormiva ancora con la mamma. Amava la vita, aveva dei sogni da realizzare”.

Cosa è successo, allora, al giovane messinese? C’è un unico elemento, ora, che potrebbe aiutare la Procura a venire a capo di questo mistero: il telefono cellulare, sul quale potrebbero esserci informazioni di quell’ultimo messaggio che ha preoccupato e non poco la famiglia.

Ayman, è mistero sulla sua morte: la chiave del giallo è nell’ultimo messaggio?

La morte di Ayman sarebbe avvenuta giovedì sera, poco dopo essere uscito di casa per andare a comprare le pizze per la famiglia.

Qualcuno, poco prima di uscire, avrebbe scritto su Whatsapp al giovane che, di tutto punto, avrebbe cambiato radicalmente atteggiamento.

Ayman, infatti, avrebbe iniziato a mostrare fretta, testimoniato anche dal pizzaiolo secondo cui il 16enne aveva premura di andarsene il prima possibile.

Nella sua casa di Merì, dove il ragazzo viveva con i suoi genitori, non sarebbe più tornato.

Non vedendolo tornare, il fratello aveva più volte provato a chiamarlo, senza ricevere risposta.

Poi il tragico ritrovamento del corpo carbonizzato, con accanto una bottiglietta di liquido infiammabile.

Poco distante il telefono insieme ai suoi oggetti personali.

Come riporta la Gazzetta del Sud, infatti, vicino al luogo di ritrovamento del corpo semi carbonizzato anche il giubotto, l’iphone e il portafoglio.

Dall’autopsia effettuata sul corpo non emergono segni di violenza, e la scena del ritrovamento era piuttosto ordinata.

Per questo fin dai primi istanti si è percorsa la pista del suicidio, che, tuttavia, regge poco, soprattutto per i famigliari.

Ayman è stato infatti descritto come un giovane vitale, sereno e pieno di amici, nonostante qualche piccola problematica di natura disciplinare vissuta a scuola.

Per questo è impossibile non prendere in esame in questo complesso puzzle il messaggio ricevuto dal 16enne.

Perché ha cambiato umore di tutto punto? Cosa c’era scritto in quel messaggio e perché andava di fretta?

Elementi utili in questo senso provengono anche dalle dichiarazioni di un amico: “Penso che non è un suicidio. Secondo me forse si è messo contro qualcuno, ha avuto qualche discussione, ma non si è ucciso. Era amato da tutti, perché doveva uccidersi? Magari avrà sbagliato con qualcuno, con qualche ragazza magari…“.

Nessuna pista, ad oggi, può essere esclusa, e saranno i risultati del telefono cellulare a fornire maggiori risposte.

L’autopsia, come anticipato, non ha fatto emergere ferite di arma da fuoco né di arma da taglio.

Ayman, dunque, potrebbe essere stato chiamato nel luogo della morte con un tranello da qualcuno con cui era in contatto telefonico ma, oggi, nulla può essere escluso.

Martina De Marco:
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