C’è tempo fino al 31 dicembre 2025 per gli amministratori di società che devono attivare una PEC personale diversa da quella aziendale e comunicarla al Registro delle Imprese. La misura, introdotta dalla Legge di Bilancio 2025 (art.1, comma 860, L.207/2024), mira a rendere più sicuro e tracciabile il dialogo tra imprese e Pubblica Amministrazione, riducendo margini di errore e garantendo certezza giuridica alle comunicazioni ufficiali. La data originaria, inizialmente fissata al 30 giugno 2025, aveva suscitato numerose criticità tra professionisti, imprese e Camere di Commercio. Da qui la decisione di intervenire: la proroga, confermata dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy con la circolare n. 654 del 25 giugno 2025, ha contribuito ad agevolare un adeguamento più ordinato al nuovo obbligo.

Chi deve adeguarsi e come
L’obbligo riguarda amministratori e liquidatori di tutte le società, non solo quelle costituite nel 2025. Il perimetro comprende S.p.A., S.r.l., S.a.s., S.n.c., cooperative e società preesistenti. Sebbene non siano previste sanzioni specifiche dedicate alla mancata comunicazione della PEC amministratori diversa da quella aziendale, (come sottolineato qui da Tinexta Infocert, leader nei servizi di digital trust) resta applicabile l’articolo 2630 del Codice Civile, che disciplina l’omessa comunicazione al Registro delle Imprese con sanzioni comprese tra 103 e 1.032 euro, oltre alla sospensione dell’istruttoria. L’adempimento richiede pochi passaggi operativi:
- scegliere un provider PEC accreditato tra quelli presenti negli elenchi ufficiali;
- attivare un indirizzo personale, associato ai propri dati anagrafici;
- comunicarlo al Registro delle Imprese tramite pratica telematica entro il 31 dicembre 2025;
- mantenere la casella attiva e monitorata, così da ricevere correttamente le comunicazioni ufficiali.
Obbligo di PEC privata per gli amministratori: i motivi del rinvio
Le difficoltà operative erano emerse già a inizio anno. La norma richiede che ogni amministratore comunichi un domicilio digitale personale, distinto da quello della società, creando un cambio di prassi significativo. La scadenza iniziale, collocata in un periodo particolarmente impegnativo per gli adempimenti societari, rischiava di rendere complicata la gestione parallela delle pratiche amministrative. Anche le modalità applicative differenziate tra le varie Camere di Commercio avevano generato incertezze su come procedere correttamente alla comunicazione del nuovo indirizzo.
Cosa accadrà dopo il 31 dicembre?
Salvo ulteriori proroghe, dal 1° gennaio 2026 l’obbligo entrerà a pieno regime. La scadenza di fine anno offre dunque un periodo utile per regolarizzare la posizione, assicurando la piena conformità alle procedure digitali richieste dalla normativa e contribuendo alla più ampia digitalizzazione dei processi societari e dei rapporti con la Pubblica Amministrazione.





