La paradossale storia di Baofa Mifri Veso: la campionessa italiana non può rappresentare l’Italia

Il paradosso di Baofa Mifri Veso: pur se considerata campionessa italiana indoor nel salto triplo non potrà partecipare agli Europei perché non ha la cittadinanza.

Sappiamo bene come avere la cittadinanza italiana non sia per nulla semplice. Non si ottiene, infatti, tramite ius soli, ovvero solo nascendo in un determinato Paese, motivo per cui ad esempio il Partito Democratico e tutta la sinistra da anni ha fatto suo la lotta di chi è nato da genitori extracomunitari ed è cresciuto in Italia, ma deve aspettare comunque di aver compiuto 18 anni per poter iniziare tutto l’iter.

Baofa Mifri Veso mentre gareggia
Il paradosso di Baofa Mifri Veso (NewNotizie/ foto Facebook)

Insomma, ci sono tantissimi ragazzi che frequentano sin dalle elementari scuole italiane e che sono a tutti gli effetti italiani, ma non per lo Stato, proprio come nel caso della diciassettenne Baofa Mifri Veso. La sua storia, però, più che essere incredibile, è un vero paradosso.

Una delle promesse dell’atletica azzurra nel salto triplo nata e cresciuta a Pordenone e che ha anche realizzato il record italiano indoor under 18, non potrà gareggiare ai prossimi Europei all’aperto di Israele con la nazionale italiana, perché pur essendo italiana de facto, Baofa non lo è de iure a “causa” delle sue origini congolesi.

Insomma, il suo triplo da 12 metri e 88 centimetri che le ha aperto le porte degli Europei non le servirà a nulla se non ha una Nazione per cui competere. Così la diciassettenne si trova in un limbo, nell’attesa di capire se potrà gareggiare o meno e rappresentare così l’Italia, dato che, tra le altre cose, Baofa è proprio campionessa italiana nel salto triplo.

In attesa della maggior età

Ma non è di certo la prima volta che a causa di questo importantissimo “cavillo burocratico” Baofa Mifri Veso salta una competizione internazionale. Già lo scorso luglio, infatti, la diciassettenne ha dovuto rinunciare al titolo continentale di categoria in Slovacchia sempre a causa della cittadinanza italiana, senza la quale, non può indossare la casacca azzurra, gareggiando così per il nostro Paese.

Sono la campionessa italiana e non ho la cittadinanza“, ha detto Baofa più incredula che non amareggiata per il paradosso che ormai vive da un paio di anni a questa parte. Anche perché un’alternativa ci sarebbe per lei, ma è stata lei stessa a rifiutarsi categoricamente, dimostrando ancora quanto possa essere contorto e davvero paradossale lo Stato italiano in queste circostanze.

Potrebbe, infatti, gareggiare comunque a Gerusalemme ma rappresentando il Congo, proprio perché possiede il passaporto. Peccato, però, che la diciassettenne non sia mai stata nel suo Paese d’origine essendo nata e cresciuta completamente in Italia. Proprio per questo, come già era accaduto in passato, ha declinato questa “gentile” offerta. Baofa, infatti, è e si sente italiana a tutti gli effetti. “Io non sono considerata come gli altri miei compagni di classe o comunque i miei amici che sono italiani in una carta”, ha dichiarato l’atleta ai microfoni di TGR.

“Però io faccio le loro stesse cose, lo stesso allenamento, vado comunque a scuola come fanno loro, però non sono considerata italiana”. Potrebbe aspettare di compiere 18 anni, ma salterebbe così gli Europei dato che è nata a dicembre, motivo per cui Baofa e la sua famiglia insieme a suoi legali intendono ricorrere alla Corte Europea dei Diritti Umani.

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