Omicidio Regeni, in aula Gentiloni e la tutor: “La frattura con l’Egitto lasci una traccia”

Proseguono le udienze nell’ambito del processo sulla morte del ricercatore italiano Giulio Regeni: oggi in aula anche Paolo Gentiloni.

La frattura tra i due Paesi deve lasciare una traccia”. A parlare è l’ex Ministro degli Esteri Paolo Gentiloni, ascoltato in aula oggi al processo per l’omicidio in Egitto del ricercatore italiano Giulio Regeni. L’udienza si è svolta davanti alla Prima Corte di Assise di Roma. Sono imputati in contumacia quattro 007 egiziani accusati di sequestro di persona, tortura e omicidio.

Omicidio Regeni, in aula Gentiloni e la tutor: "La frattura con l'Egitto lasci una traccia"
Omicidio Regeni, in aula Gentiloni e la tutor (ANSA FOTO) – NewNotizie.it

Per me non è condivisibile che i rapporti trai due Paesi tornino alla normalità. – ha detto Gentiloni rispondendo alle domande del procuratore capo Francesco Lo Voi e del procuratore aggiunto Sergio Colaiocco – Una frattura e incrinatura nella fiducia deve lasciare una traccia e finché ho avuto ruoli di governo questa traccia è rimasta“.

Paolo Gentiloni, commissario europeo per l’Economia, ha ricordato che ha appreso dell’assassinio di Regeni il 3 febbraio. In quel momento l’allora Ministro era a Londra per un incontro internazionale sulla Siria. Gentiloni ha quindi avvicinato il Ministro egiziano dicendogli che la vicenda avrebbe rappresentato un macigno sulle relazioni e che ci aspettavamo assoluta collaborazione.

Nei primi giorni ci sono state dichiarazioni di disponibilità dal Cairo che poi però non si è materializzata negli mesi successivi. – ha affermato l’ex Ministro – Nei rapporti con le autorità egiziane siamo entrati quasi subito in un’era glaciale, dopo anni di collaborazione. In poche settimane le riluttanze e i tentativi di depistaggio ci hanno portato a decidere di richiamare l’ambasciatore Massari. Di fatto non ho più avuto incontri bilaterali con l’Egitto“.

A testimoniare oggi è stata anche Maha Abdel Rahman, professoressa dell’Università di Cambridge e tutor allora di Giulio Regeni. Bisogna ricordare infatti che il giovane era dottorando presso l’Ateneo inglese. È stato rapito a Il Cairo il 25 gennaio 2016 e ritrovato morto il 3 febbraio dello stesso anno. Il corpo, che presentava segni di tortura, si trovava nei pressi di una prigione dei servizi segreti egiziani.

Dopo la morte di Giulio Regeni non sono mai più andata a Il Cairo perché ero molto traumatizzata dalla vicenda e spaventata per quanto accaduto. In più c’erano diverse accuse dei media contro di me. – ha detto la professoressa, in collegamento video dall’InghilterraNon ho mai subito pressioni da parte del governo egiziano per non deporre”.

Dopo anni di indagini sono stati rinviati a giudizio 4 ufficiali della National Security Agency, il servizio segreto interno egiziano. Si tratta del generale Tariq Sabir, i colonnelli Athar Kamel e Usham Helmi e il maggiore Magdi Sharif. I 4 risultano tuttora irreperibili: nonostante le accuse gravissime la magistratura egiziana non ne ha fornito gli indirizzi di residenza.

Accuse che comunque non comprendono il reato di tortura perché quest’ultimo è stato introdotto nel codice penale italiano solo nel 2017. Il movente dell’uccisione, secondo la Procura della Repubblica di Roma, riguarderebbe il sospetto che Regeni volesse finanziare una rivoluzione contro il governo egiziano.

La tutor: “L’università di Cambridge aveva dato in parte un finanziamento a Giulio Regeni”

Tornando al dibattimento di oggi, Maha Abdel Rahman ha specificato che “L’università di Cambridge aveva dato in parte un finanziamento a Giulio Regeni, ma non una borsa di studio completa. Consigliavo i miei studenti su come accedere ai finanziamenti e alle borse di studio, ma non sapevo che Giulio avesse contattato la fondazione Antipode. Inviai i link sull’opportunità di finanziamento a studenti ma non ricordo di averlo mandato direttamente a Regeni”.

Paolo Gentiloni, commissario europeo per l’Economia, ha ricordato che ha appreso dell’assassinio di Regeni il 3 febbraio
Paolo Gentiloni ha ricordato che ha appreso dell’assassinio di Regeni il 3 febbraio 2016 (ANSA FOTO) – NewNotizie.it

L’attenzione dunque si è spostata su un’altra tutor, una ricercatrice che lavorava anche lei in Egitto e che era considerata un’attivista. “Ero in contatto con il capo del dipartimento di Sociologia e ho raccomandato altri supervisori. – ha detto la donna – Abbiamo parlato con Giulio di una tutor sul territorio egiziano e io ho detto che era una buona idea. Giulio non mi ha mai espresso preoccupazione per essere seguito da questa tutor. Il lavoro di ricerca di Regeni doveva arrivare a marzo a Cambridge: non ho ricevuto dunque nessuno scritto da parte sua”.

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